lunedì 28 settembre 2009

Rimossa la targa a Peppino Impastato



Come promesso, l’amministrazione di Ponteranica ha rimosso l’intitolazione alla biblioteca comunale a Peppino Impastato (nella foto, ndr), il giovane siciliano ucciso nel 1978 dalla mafia.
La vecchia targa è già stata tolta e presto verrà sostituita con quella decisa dalla Giunta leghista guidata da Aldegani: “biblioteca comunale di Ponteranica“. Solo una soluzione provvisoria, in attesa del decimo anniversario della morte di padre Giancarlo Baggi, a cui l’amministrazione vuole intitolare la biblioteca. La prefettura non ha infatti concesso la deroga alla legge che vieta di dedicare un edificio alle persone scomparse da meno di dieci anni. “Non fa nulla, nel frattempo la biblioteca si chiamerà come è sempre stata chiamata prima che la vecchia amministrazione decidesse di dedicarla ad Impastato – spiega il sindaco Cristiano Aldegani – il capo di gabinetto dice che non ci sono le condizioni per concedere l’urgenza, quindi aspettiamo che scadano i dieci anni dalla morte. Però per cambiare intitolazione dovevamo togliere la targa e così è stato fatto“.CHI ERA PEPPINO:
Peppino Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1978 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo).
Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un’attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino L’idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi, partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.
Nel 1976 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1977 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.
Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale.
Stampa, forze dell’ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto vittima e di suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L’uccisione, avvenuta in piena notte, riuscì a passare la mattina seguente quasi inosservata poichè proprio in quelle ore veniva “restituito” il corpo del presidente della DC Aldo Moro in via Caetani a Roma.

Perdonaci Peppino!!!

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