Hai ricevuto una cartella esattoriale? Sappiamo come ti senti: male! È il Fisco che ti scrive. E se ti manda una cartella esattoriale non è "cosa da niente", ma un documento che dà la possibilità all'agente della riscossione di venire a metterti direttamente le mani sul conto corrente, se non paghi. La cartella, infatti, è un "titolo esecutivo”. Ma questo non significa che tu debba subito pagare. Dal momento in cui la ricevi, infatti, hai almeno 30 giorni per studiarla e capire se puoi non pagare. In molti casi le cartelle sono nulle. Vediamo quali...
In che casi la ricevi
La cartella esattoriale ti arriva quando la riscossione coattiva di un tributo è iscritta a ruolo. Il ruolo è l'elenco dei debitori e delle somme dovute a seguito del mancato pagamento. La procedura di riscossione può riguardare tutte le entrate dello Stato e degli enti pubblici previdenziali e locali, come:
* imposte sui redditi,
* Iva e contributi Inps,
* imposta di registro, ipotecarie e catastali,
* tasse automobilistiche,
* tributi locali come Ici e Tarsu,
* sanzioni amministrative come le multe.
Primo: guardare se c’è la notifica
La cartella esattoriale deve essere obbligatoriamente notificata, se te la ritrovi nella cassetta inviata per posta ordinaria o prioritaria è nulla. E’ valida soltanto se la ricevi per raccomandata o se ti avvisano di andarla a ritirare mentre è in giacenza presso la casa comunale o l'ufficio postale. In questi casi, la prima cosa da fare è guardare la data di notifica, indicata in alto a sinistra. Da quel giorno decorrono i tempi per le scadenze dei pagamenti riportati o i tempi per fare eventuali ricorsi.
Secondo: leggerla attentamente
A questo punto devi capire che cosa hai ricevuto. La cartella esattoriale è composta da 6 o 7 pagine: Pagina 1: dati del concessionario, numero di cartella, nominativo del contribuente e suo codice fiscale e importo da pagare.
Pagina 2: l'ente creditore e il dettaglio degli addebiti e degli importi scorporati. In caso di multa questa pagina è molto importante perché trovi i dati identificativi del verbale e la Sezione della Polizia Stradale che lo ha redatto e alla quale potrai rivolgerti per ulteriori informazioni.
Pagina 3: importo totale della cartella e il termine per pagarla e le modalità di pagamento.
Pagina 4: dati identificativi della cartella come il numero di ruolo: Anno/numero di ruolo (es.2004/11111) e il codice tributo.
Pagina 5 e 6: condizioni e modalità per proporre ricorso e bollettino di pagamento.
Terzo: capire perché ti chiedono dei soldi
Per quanto riguarda invece il motivo della richiesta del pagamento, l'organo a cui rivolgerti per capire che cosa ti stanno chiedendo di pagare è l'ente impositore specificato nella sezione "Dettaglio degli addebiti", che per esempio può essere: - il Comune, in caso di multa o di tassa comunale non pagata, - l'Agenzia delle entrate, se non hai pagato le tasse e ne hai pagate meno del dovuto.
Quarto: agire per errori
Sei fortunato quando sulla cartella vi è un errore palese, come l'errore di persona, l'evidente errore di calcolo o ti accorgi che per quel tributo hai già pagato. In questi casi quello che devi fare è ricorrere alla cosiddetta “autotutela”, inviando all'ente creditore - per raccomandata a/r - una richiesta di annullamento in carta semplice contenente: - gli estremi dell'atto, - i motivi per i quali chiedi l'annullamento, allegando la documentazione che dimostra l'errore.
Il ricorso, se la cartella è “viziata” o il tributo prescritto
Se ti negano l’autotutela, l’unica cosa che ti rimane da fare per non pagare è il ricorso formale. Ma in quali casi puoi vincerlo? La cartella esattoriale può essere contestata soltanto per: - vizi formali propri o di notifica, - vizi di notifica dell'atto precedente. Prima della cartella esattoriale, l’ente creditore deve notificare un avviso di pagamento, o avviso bonario. Se la cartella non è stata preceduta dall’invito di pagamento è nulla. Se, invece, l'atto precedente è stato regolarmente notificato, la cartella NON può essere impugnata con motivazioni di merito attinenti la tassa/tributo/sanzione. La cartella può essere annullata se il tributo richiesto è prescritto. Per esempio, le multe si prescrivono 5 anni la notifica del verbale, il bollo dell’auto in 4 anni.
Il ricorso: quando e a chi
Il ricorso, che a scanso di equivoci va presentato contro il concessionario della riscossione, deve essere fatto entro tempi che cambiano a seconda del tributo.
* Imposte sui redditi, tasse automobilistiche, canone Rai, tributi locali: il termine di presentazione è di 60 giorni e ti devi rivolgere alla commissione provinciale tributaria.
* Contributi previdenziali: il termine è di 40 giorni e ci si deve rivolgere al giudice del lavoro.
* Sanzioni amministrative: il termine è di 30 giorni e devi scrivere al giudice di pace della zona dove è avvenuta l'infrazione.
Devi proprio pagare? Fallo a rate
Hai guardato e controllato e scopri che ti tocca pagare. Ma non ce la fai a tirar fuori tanti soldi in un colpo solo. Prova a chiedere all'agente della riscossione la rateizzazione, che è concessa quando il debitore è in temporanea difficoltà finanziaria. La domanda va presentata direttamente o inviata con a/r in carta semplice all’agente di riscossione, esponendo le ragioni della temporanea difficoltà e allegando copia della cartella.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Ti è piaciuta questa notizia? Che ne pensi?