giovedì 24 settembre 2009

I dieci imbrogli più grandi della storia

La stampa spagnola si è sbizzarrita a trovare inganni sportivi che possano essere comparabili a quello di Nelsinho Piquet e dell'incidente organizzato dalla Renault

L'episodio di Nelsinho Piquet e dell'incidente appositamente provocato, oltre a suscitare l'indignaizone del mondo sportivo, ha svegliato anche la curiosità dei giornalisti spagnoli, che si sono divertiti a scavare negli archivi storici di tutte le discipline per rispolverare i casi più eclatanti di disonestà nelle competizioni.

Così il quotidiano Marca, escludendo il caso automobilistico, ha stilato un elenco degli altri dieci episodi più gravi che si sono verificati nella storia dello sport.

Dora in realtà era Hermann - Siamo nella Germania degli anni '30, dora Ratjen era un'atleta che gareggiava nella disciplina del salto in lungo e arrivò quarta alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Due anni dopo, agli Europei di Vienna, ottenne il record del mondo, ma alla fine confessò di essere un uomo, di cihiamarsi Hermann e di essere stato costretto a mascherarsi da donna dal regime nazista. Fu ovviamente spogliato delle sue vittorie.

La maratona è più facile grazie al metrò - Nel 1980, l'atleta statunitense di origine cubana Rosie Ruiz vinse la maratona di Boston. Il fatto strano, però, fu che la maratoneta migliorò di 25 minuti il tempo da lei realizzato nella precedente maratona di New York, insospettendo l'organizzazione. Fu squalificata con il dubbio che, in entrambe le gare, avesse utilizzato la metropolitana per terminare la corsa.

Il primo disonesto dell'olimpismo moderno - Un caso simile risale al 1904, nella terza edizione delle Olimpiadi moderne. Il primo disonesto conclamato, a St. Louis, fu Fred Lorz, statunitense che vinse la maratona... Grazie a un'automobile, che lo trasportò per circa 10 km.

"La Mano de Dios" - Questo è ovviamente uno degli episodi più famosi, che ha anche ispirato un film. Stiamo parlando di Diego Armando Maradona, che il 22 giugno del 1986, ai Mondiali del Messico, segnò il primo dei due gol che permisero alla sua Argentina di sconfiggere l'Inghilterra 2-1. Che cosa c'è che non va? Il fatto che il gol sia stato platealmente segnato con la mano e che non solo l'arbitro non se ne sia accorto, ma che lo stesso Maradona abbia in maniera molto poco sportiva esultato come un bambino. Il fatto è ancor più grave se si pensa che in quella partita l'Inghilterra fu eliminata e che gli albiceleste vinsero poi i Mondiali...

Handicappati che non avevano nulla di anormale - Durante le Paralimpiadi di Sydney 2000, la Spagna presentò una squadra di handicappati mentali che vinse l'oro nella propria disciplina. Si scoprì però che, tranne due membri, nessuno degli altri aveva problemi mentali e che uno era addirittura un giornalista, che si giustificò con la scusa di un reportage dall'interno.

Tra Harding e Kerrigan c'è di mezzo una spranga - Tonya Harding è stata una delle atlete statunitensi più chiacchierate, soprattutto per i suoi numerosi guai con la legge. La pattinatrice sul ghiaccio soffriva molto il dualismo con la connazionale Nancy Kerrigan, che in più di un'occasione l'aveva battuta. Così Tonya organizzò col marito un'aggressione alla rivale, che fu colpita, da un uomo pagato apposta, a sprangate su un ginocchio. L'incidente costrinse la Kerrigan al ritiro e la Harding vinse il titolo Nazionale. La ripresa di Nancy fu però lampo e la pattinatrice poté partecipare ai Giochi di Lillehammer del '94, dove vinse l'argento. Tonya, già sospettata di essere la mandante dell'incidente (poi la sua responsabilità fu comprovata), in piena crisi di nervi arrivò solo ottava.

Il fioretto truccato delle stoccate magiche - Alle Olimpiadi di Montreal del 1976 scoppiò uno scandalo che coinvolse il pentatleta Boris Onishenko. Il russo aveva manomesso il suo fioretto in modo che, durante le gare di scherma, un circuito elettrico nascosto segnalasse stoccate valide anche quando erano inesistenti.

Pugni di gesso, vittoria assicurata - Nel 1983, il mediocre pugile Luis Resto riuscì a sconfiggere con una vittoria schiacciante Billy Collins jr., che fino a quel momento aveva vinto 14 incontri consecutivi. Si scoprì poi che l'allenatore di Resto aveva trovato un modo infallibile per vincere: aveva indurito le bende di protezione alle mani del suo puglile con il gesso, trasformando così i pugni del vincitore in veri e propri mattoni.

Autolesionismo per qualificarsi - Roberto Rojas, portiere del Cile, in una partita di qualificazione ai Mondiali del '90 in Italia contro il Brasile riuscì a far sospendere l'incontro per una ferita. L'estremo difensore sosteneva di essere stato aggredito dagli spalti, ma si scoprì che in realtà il taglio era autoinferto: il Cile doveva vincere e stava perdendo. Rojas fu squalificato a vita.

La pallina è mia e la metto dove voglio! - Nel 1985, in un torneo di golf valevole per la qualificazione al British Open, David Robertson fu sorpreso mentre spostava la sua pallina sul green e la metteva in posizione più favorevole. Il golfista aveva risalito il pendio davanti ai colleghi per poter effettuare la manovra, ma fu ugalmente scoperto e punito: multa di 30mila degli attuali euro e sospensione per 30 anni.

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