Un morto ogni 6 ore vuol dire circa 1400 vite spezzate in un anno. Parliamo purtroppo del triste primato che spetta al nostro paese in quanto a numero di decessi di motociclisti ogni anno.
A Roma si usa la tipica esclamazione "eh te pareva!"... potremmo dirla in tanti modi diversi ma (purtroppo) la sostanza non cambia.
Una situazione «non più ignorabile e alla quale dobbiamo immediatamente porre rimedio». Questo l'allarme di Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza stradale, nel giorno dell'inaugurazione del Salone del Ciclo e del Motociclo a Milano.
I dati presentati sono relativi all'anno 2008 ma è difficile credere che la situazione sia tanto diversa anche oggi. Secondo i dati raccolti il oltre la metà dei centauri morti è sulle strade di città e quasi il 90% delle vittime erano maschi. La fascia d'età più colpita è quella tra i 30 e i 44 anni, che poi sono i maggiori utilizzatori delle due ruote. Seguono ragazzi tra i 25 e i 29 anni (14% del totale).
Le cause? Sempre le stesse: mala educazione e disattenzione nei confronti dei motociclisti, pessime condizioni delle strade (soprattutto di quelle urbane), bassa attenzione tenuta dagli stessi motociclisti, dagli scarsi equipaggiamenti al non corretto uso del casco. Aggiungiamo (parere personale da motociclista navigato) anche la scarsa conoscenza delle tecniche di guida fondamentali e un sistema legislativo che consente con troppa facilità di approcciare alla guida di motoveicoli e scooter (questi ultimi oramai missili terra-terra da 170km/ora) che in mani sbagliate possono provocare disastri e tragedie familiari e umane veramente importanti.
La Fondazione Ania ha ottenuto che nell'esame per il patentino delle due ruote venga introdotta la prova pratica e dal primo gennaio 2011 bisognerà sostenere anche quella. Lodevole l'attività di Ania Campus che porta in giro per le piazze d'Italia istruttori per insegnare ai 15enni frenate, tecniche di guida e controllo del mezzo.
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